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MOTOGPGP SPAGNA MotoGP, Rossi, Lorenzo e Marquez di nuovo insieme sul podio, ma resta il gelo

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The Undertaker80
view post Posted on 25/4/2016, 10:59




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Nessun incrocio. Né di linee, né di sguardi. Il trio di rivali, o nemici, Rossi-Lorenzo-Marquez - in rigoroso ordine di arrivo del GP di Spagna - si ritrova per la prima volta insieme sul podio dopo la burrasca di fine 2015 e si ignora. I tre non occupavano il podio dal GP di Brno dell'anno scorso (1° Lorenzo, 2° Marquez, 3° Rossi), ben prima che il temporale malese e la successiva burrasca valenciana compromettessero del tutto i loro rapporti, e la loro guerra fredda continua. Trattasi di una dinamica inevitabile dopo tanti veleni, che riguarda l'italiano Valentino contro la coppia spagnola Jorge-Marc, nel mirino del pesarese con modalità differenti. Difficile seppellire l'ascia di guerra, anche se una stretta di mano, prima o poi, fra loro è bene che arrivi.

LOTTA A TRE — Quest'anno sono loro a giocarsi gare e titolo - lo dicono la classifica mondiale con Marquez a 82, Lorenzo a 65 e Rossi a 58, il rendimento in pista e in qualifica - e hanno monopolizzato la prima fila delle ultime tre gare consecutive. Né in Argentina, né ad Austin, né qui a Jerez nel rituale del post qualifiche c'erano però stati segnali distensivi. Solo indifferenza e freddezza. Con complimenti per l'operato dei rivali - a Jerez Marquez e Lorenzo si sono congratulati per il gran giro pole di Rossi - arrivati solo davanti ai microfoni.

PODIO FREDDO — Sul podio della gara la situazione non è cambiata. Non ci sono stati gli stucchevoli fischi ascoltati altrove, né pollici verso, né però nemmeno spruzzi incrociati di champagne e strette di mano. Peccato. Lorenzo e Marquez si sono limitati a tenere una bandiera del Giappone nelle foto di rito, come omaggio al Paese che ha portato in alto sia la Yamaha, sia la Honda.

LA STRETTA ALLA PRESENTAZIONE YAMAHA — D'altra parte una rivalità come la loro non si ricompone dopo poche gare e finché resta confinata all'indifferenza o alle frecciate dialettiche va pure bene. L'importante è che ci si fermi sempre nell'alveo dell'agonismo e non si trascenda in corsa, dove si gioca sul filo dei 300 orari. Rossi, gli va dato atto, è rimasto coerente: a inizio stagione quando alla presentazione Yamaha diede la mano a Lorenzo chiarì: "Darla anche a Marquez? Non so: non è mio compagno di squadra, posso anche non dargliela...". Detto, fatto. Ricambiato. Al prossimo podio, fra spruzzi di champagne ed elettricità.
 
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